La limitazione dei 50 metri non è venuta tanto da una difficoltà a spostarmi, quanto da un sentimento, di cui ho gradualmente preso coscienza e che ha finito per diventare un “partito preso”: cioè che le emozioni suscitate in me da quello che vedevo, che si traducevano nell'impulso di premere sullo scatto, mi parevano inversamente proporzionali alla distanza dalla mia casa. Come per esempio nel febbraio del 2003, quando una tempesta di gelo aveva interrotto la fioritura del nostro mandorlo. Ne avevo allora notato un altro, a una decina di chilometri da noi, che era stato risparmiato e i cui fiori restavano magnifici: ma non mi sono deciso a fotografarlo, perché mi sembrava che la mia sensibilità nei confronti degli altri fiori non sarebbe stata la stessa.

Insomma, le mie foto di quarant'anni fa erano per mostrare persone, oggetti o situazioni che credevo d'interesse generale, invece quelle della La Véronique sono per lasciare una traccia di me, di certi momenti della mia vita, mostrando le piccole cose sulle quali amo posare gli occhi e soffermare la mia attenzione. Questo non dovrebbe impedire lo spettatore - almeno spero - di associare queste immagini alle sue proprie esperienze o memorie.

Frank Horvat

4/4


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